Forlì-Cesena – I Musei di San Domenico di Forlì tagliano la linea di partenza dell’atteso appuntamento con “Piero della Francesca. Indagine su un mito” che dal 13 febbraio spalancherà una finestra di confronto tra il gigante di San Sepolcro e grandi maestri del Rinascimento come Beato Angelico, Paolo Uccello, Domenico Veneziano e Filippo Lippi, documentando anche la sua influenza sulla generazione di artisti a lui immediatamente successiva e sulla più tarda riscoperta della sua pittura in ambito moderno con echi nell’avventura postimpressionista e con nuova fulgida risonanza nel Novecento di Guidi, Carrà, De Chirico e Morandi, senza tralasciare Balthus e Edward Hopper.
Per chiarire la forza di una lezione di portata universale contenuta in forma profetica nell’armonia di colori e forme che Piero della Francesca perfettamente osservò, la direzione di Gianfranco Brunelli si è avvalsa di un comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci, attuale direttore dei Musei Vaticani, e formato, tra gli altri da Hames Bradburne, Fernando Mazzocca, Paola Refice, Neville Rowley, Daniele Benati, Ulisse Tramonti, Maria Cristina Bandera e Giovanni Villa.
Del resto per riuscire nell’impresa di riunire un nucleo di opere dell’artista, tanto preziose quanto fragili e rare, era necessario l’intervento di una squadra speciale che si incaricasse di attraversare cinque secoli di storia per rintracciare tra produzione, oblio e risveglio dell’interesse il filo eterno e immobile dei volumi sovrannaturali di colui che Luca Pacioli definì “il gran monarca della pittura”.
All’ampia retrospettiva, dal 19 marzo seguirà in staffetta anche l’esposizione “Indagini sulla Resurrezione” allestita al Museo Civico Piero della Francesca di Sansepolcro. Per valorizzare il celebre affresco di Piero della Francesca, custodito nel Palazzo dei Conservatori e attualmente in fase di restauro grazie a un accordo di collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e la Soprintendenza alle Belle Arti e il Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo, oltre ad un contatto diretto con il cantiere saranno messe a disposizione i risultati delle indagini compiute sull’opera in occasione dell’intervento.
Gli aspetti materiali, conservativi, iconografici e stilistici della Resurrezione saranno invece oggetto di un confronto dialettico con altri capolavori, che dal secolo XV giungono sino al XX nell’ambito di un percorso direttamente collegato alla grande mostra di Forlì.
La coincidenza di appuntamenti costituisce un’impareggiabile risorsa turistica che attraverso la rete interregionale riferibile al progetto strategico “Terre di Piero della Francesca” ha già attivato molti operatori del settore, pronti a sostenere con un ricco bouquet di pacchetti il soggiorno di chi vorrà godersi il grande spettacolo del museo diffuso.